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Cinque sensi da usare nella narrazione

Storytelling non è solo l’arte di narrare a voce, ma può essere anche il talento di evocare emozioni attraverso lo stimolo dei cinque sensi: con suoni, musica, immagini, con un profumo, un sapore o solo uno sfioramento.

Stephen King nel suo lavoro più noto sull’arte di scrivere e raccontare (On Writing, 2010 Sperling & Kupfer ed.) scrive che “i racconti e i romanzi sono composti da tre parti: la Narrazione, che muove la storia dal punto A al punto B fino al punto Z; la Descrizione, che crea una realtà sensoriale per il lettore; e il Dialogo, che porta i personaggi alla vita attraverso il loro discorso.”
Lo scrittore spiega che la trama, in ogni caso, viene dopo.

Per creare un’immagine nella mente del pubblico serve mostrare e far sentire quello che il personaggio fa, perché il pubblico entri nella storia.
Per descrivere occorre servirci dei nostri cinque sensi e colpire i cinque sensi del nostro pubblico.

Vista e udito sono i sensi più usati per sviluppare un racconto.
Tatto, olfatto e gusto, invece, sono sensi che coinvolgono una distanza più intima, psichica. Ma l’aggiunta di questi sensi può rendere ancora più viva la scena che stiamo descrivendo o a cui assistiamo.

Come fare per usare tutti i cinque sensi in una storia?

Il nostro cervello funziona a impulsi di azione/reazione. Se con il nostro pubblico stiamo telecomunicando (trasmettendo da lontano le nostre storie) allora occorrerà usare le parole adeguate per produrre una reazione.
Prendiamo il senso dell’olfatto. Legato a sensazioni primordiali, l’olfatto si è sviluppato per primo ed è considerato il più antico tra i nostri cinque sensi.
Stimolare questo senso nel nostro pubblico non è facile ma se ce la facciamo li avremo di certo conquistati! Servendosi di parole occorrono aggettivi come acre, pungente e fetido… e tra i verbi potremo scegliere qualcuno come odorare, fiutare, annusare, aspirare, ma anche profumare, appestare e percepire

Prova pratica

Può essere una buona palestra sperimentare odori e sapori in cucina e provare a descriverli con le parole. Sbucciamo arance e mandarini, schiacciamo tra le mani delle noci, sfogliamo un cespo di lattuga dopo averlo lavato, apriamo delle uova sode per cavarne il rosso… stacchiamo con le dita le delicate foglie di basilico e i pungenti rametti di rosmarino…

L’importante è essere il meno generici possibile nella descrizione di questi odori. Entrare dentro, nell’intima materia del discorso: è la lezione dei grandi scrittori come King, Carver, Hemingway e Celine… i più celebri creativi, pubblicitari e marketer lo sapevano e seguivano questa regola alla lettera.
Non sentiremo mai dire a Steve Jobs in una delle sue storiche registrazioni per la presentazione di un prodotto Apple che l’oggetto è grande o piccolo, strano o semplicemente bello. Se mai lo ha fatto, è stato per provocare la curiosità del suo pubblico, dando subito dopo di quell’oggetto una lunga e dettagliata spiegazione, caratteristiche tecniche e funzionali comprese.

Non tutti i nostri lettori sono uguali, il pubblico a cui ci rivolgiamo è vario e molto vasto grazie all’avvento del web e la sua plenaria diffusione.
Far leva sulle emozioni significa colpire più da vicino, meglio, dall’interno. Può servire per affermare se stesso in colloqui di lavoro, nella carriera o per aumentare la propria autostima.
Possono servirsi di questa particolare arte di narrare: le imprese in una campagna pubblicitaria, un politico in campagna elettorale oppure un museo per condividere con il visitatore un’esperienza culturale.

Per ottenere il massimo impatto con una storia

nancy lamb
Nancy Lamb in un’immagine d’epoca

Al Missouri History Museum (USA) hanno capito bene che tutti e cinque i sensi sono fantastici strumenti per narrare racconti e conoscere così meglio i luoghi e la Storia.
Suoni, sapori, odori, oltre alle immagini…
L’autrice Nancy Lamb è riuscita a passare da pubblicazioni di romanzi per adulti a quella per ragazzi cercando di capire quello che i suoi figli gradivano di più: le reazioni a certi stimoli sensoriali, appunto, non solo con l’uso della voce e della semplice lettura delle storie, ma anche con espedienti che facevano partecipare i suoi piccoli alle storie che stava loro narrando.
Oggi, Nancy è tra le principali esperte dell’uso della costruzione narrativa sensoriale.

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