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Manipolazione delle menti con le storie narrate

Un allarme sulla manipolazione delle opinioni viene da un senior editor londinese, David Randall, che avverte che il giornalismo ha ridotto il controllo sui potenti, fondamentale strumento per la democrazia. Multinazionali e organizzazioni statali possono approfittarne per manipolare le menti del loro pubblico con le storie che narrano…

Alcuni esperti hanno trattato l’argomento della manipolazione delle menti attraverso la narrazione. Riconoscere l’uso strumentale dello storytelling è importante così come individuare l’utilizzo di tecniche di costruzione di una storia mirata a gestire o, peggio, a controllare la nostra opinione, il potere di giudizio e a limitare così la nostra capacità di scelta.

manipolazione david randall

Oggi, con l’avvento della rete e la distribuzione dei telefonini connessi, la pubblicità che viene venduta sui quotidiani è una minima percentuale rispetto a quella che era venduta qualche anno fa. I nuovi beneficiari della pubblicità sono Google e Facebook, che però non hanno un solo giornalista in busta paga. La pubblicità dei due colossi web costa poco, anzi pochissimo rispetto a quella della carta stampata e il costo di un loro impiegato paragonato al costo di un giornalista è poca cosa. La pubblicità sulla rete è diventata interattiva e viene letta come una storia che si dipana su tanti diversi media (pubblicità trans-mediale). Il vantaggio maggiore di questo tipo di adv è rappresentato proprio da questi media perché sono quelli che il pubblico porta con sé tutti i giorni: cellulari, tablet, computer…

La manipolazione delle menti con la narrazione di storie?

Dati alla mano, David Randall (editor del settimanale The Indipendent on Sunday) ha dichiarato all’autorevole rivista L’Internazionale che la tendenza dei giornali è quella di ridurre il numero di giornalisti.
D’altra parte, Amministrazioni locali, Enti pubblici, Organizzazioni statali e multinazionali assumono sempre più addetti alle relazioni con i media, PR e agenzie stampa per curare l’immagine e per vendere le loro idee di buon governo così come si venderebbe un marchio.
Oggi i diplomatici sono sempre più esperti di branding e vengono incaricati di attivare efficaci tecniche di regia della realtà.
Forse, ma c’è sempre un buon rimedio: la conoscenza di queste tecniche narrative, come dire: se le conosci, eviti la manipolazione!

La lezione di Vonnegut contro la manipolazione

Kurt Vonnegut, autore di capolavori di narrazione come Mattatoio n.5, Madre notte e Colazione da campioni, una volta disse che le storie che raccontiamo possiedono tutte una propria forma (vedi lo schema in figura qui sotto). Il discorso di G.W. Bush sarebbe stata una narrazione compresa da Vonnegut nel tipo del “Boy meets Girl“: basta sostituire il personaggio-ragazzo con il cittadino statunitense medio e il personaggio-ragazza, oggetto della conquista amorosa, con la grande idea di Nazione degli Stati Uniti… et voilà, le jeux sont fait… il goloso piatto dello storytelling è servito!

vonnegut_shape_novelsDunque, come afferma Christian Salmon (“Storytelling. La fabbrica delle storie” 2008, Fazi ed.) è possibile evitare che l’arte della narrazione, divenga uno strumento della menzogna di Stato e del controllo sulle opinioni. Fin dalle origini essa ha raccontato e spiegato l’esperienza dell’umanità.seth godin palle del mktg
Oggi dobbiamo fare in modo di riconoscere la struttura con la quale lo storytelling ci viene proposto per evitare che qualcuno possa manipolarci. Se riconosciamo la trama di una storia (come lo scrittore Vonnegut aveva riassunto nei facili schemi sopra riportati) oppure se individuiamo uno stile caratteristico scelto perché in target con il pubblico di riferimento al quale si rivolge quella storia… bè, allora possiamo dire di essere a un buon punto dalla consapevolezza e quindi al sicuro delle manipolazioni!
Il prof. David Boje afferma che la narrazione usa la sua contro-narrazione per mutare di continuo, quindi è difficilmente riconoscibile. Citando Seth Godin (autore di Tutte le Palle del Marketing, Sperling & Kupfer Editori) «le storie ci permettono di mentire a noi stessi e soddisfano i nostri desideri. Il consumatore trae soddisfazione non dal bene o dal servizio, ma dalla storia che lo accompagna».
Concludendo, possiamo solo augurarci che il pubblico aumenti la propria conoscenza sulla narratologia per apprezzarne il messaggio arricchente e, allo stesso tempo, per riconoscerne l’uso mirato a obiettivi specifici.

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